La stella più massiccia dell'Universo ha appena detto "cheese!"
10 Ottobre 2022

Si trova nella Nebulosa Tarantola a circa 160.000 anni luce da noi ed è la stella più massiccia che conosciamo in tutto l'Universo. Utilizzando il telescopio Gemini South in Cile, gli astronomi sono recentemente riusciti a ottenere l'immagine più nitida mai realizzata di questa stella gigantesca, chiamata R136a1. L'immagine suggerisce che forse stelle così massicce potrebbero non essere poi così super massicce.

Stelle come R136a1 hanno di solito una massa di oltre 100 volte superiore a quella del nostro Sole e gli astronomi stanno cercando di capire meglio come si formano. Una cosa che gli scienziati sanno di questi giganti cosmici è che vivono velocemente e muoiono giovani: bruciano infatti il loro combustibile interno in pochi milioni di anni. Pensate che sia troppo lento? Il nostro Sole brucerà per circa 10 miliardi di anni e non è ancora arrivato alla metà della sua vita!

R136a1 si trova nell'ammasso stellare R136 - e il fatto di essere in compagnia di molte altre stelle non facilita certo gli sforzi osservativi. Le osservazioni precedenti suggerivano che R136a1 avesse una massa compresa tra 250 e 320 volte quella del Sole. Le nuove osservazioni indicano che questi numeri potrebbero essere un po' sovrastimati: R136a1 è probabilmente da 170 a 230 volte più massiccio del Sole. Una massa minore, ma anche con queste nuove stime, è ancora la stella più massiccia che abbiamo mai individuato!

Per effettuare le misurazioni e le osservazioni, il team guidato dall'astronomo Venu M. Kalari (NOIRLab) ha confrontato la luminosità e la temperatura osservate di R136a1 con le previsioni fatte dai modelli teorici. Grazie alle nuove osservazioni, è stato possibile separare la luminosità di R136a1 da quella delle stelle vicine, ottenendo una stima più bassa della sua luminosità e, di conseguenza, della sua massa.

Il risultato è importante perché può aiutarci a capire meglio come si formano nell'Universo gli elementi chimici più pesanti dell'elio. Non è molto interessante?

Immagine: Confronto tra la nitidezza ottenuta con l'imager Zorro del telescopio Gemini South da 8,1 metri in Cile (a sinistra) e un'immagine precedente scattata con il telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA (a destra).

Crediti immagine: Osservatorio Internazionale Gemini/NOIRLab/NSF/AURA. SI ringrazia per l'elaborazione delle immagini: T.A. Rector (University of Alaska Anchorage/NSF's NOIRLab), M. Zamani (NSF's NOIRLab) & D. de Martin (NSF's NOIRLab); NASA/ESA Hubble Space Telescope.

Curiosità

. Lo strumento di Gemini South che ha permesso questa scoperta si chiama Zorro, che in spagnolo vuol dire “volpe”.

This Space Scoop is based on a Press Release from NOIRLab .
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